Poesie preferite da Roger Berardi

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Scritta da: Stefano Del Degan

Verdi foreste di smeraldo

Ho sognato
verdi foreste di smeraldo,
rivi d'acqua cristallina e pura
che corrono splendenti
tra pietre di zaffiro, giada e topazi,
gente felice sotto l'azzurro cielo
di quei giardini d'Eden scomparso,
libero di volare oltre le barriere del vento,
senza il dolore della sofferenza,
oltre la paura dell'abbandono,
al di là del grigiore della vecchiaia.
Poi improvviso son sveglio e demente,
di nuovo preda del corpo prigione,
ancora terreno legato
al triste vivere d'appassita bellezza.
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    Scritta da: Ma Na
    Se io, ancor che nessuno,
    potessi avere sul volto
    quel lampo fugace
    che quegli alberi hanno,
    avrei quella gioia
    delle cose al di fuori,
    perché la gioia è dell'attimo;
    dispare col sole che gela.
    Qualunque cosa m'avrebbe meglio
    giovato della vita che vivo -
    vivere questa vita di estraneo
    che da lui, dal sole, mi era venuta!
    Viaggiare! Perdere paesi!
    Essere altro costantemente,
    non avere radici, per l'anima,
    da vivere soltanto di vedere!
    Neanche a me appartenere!
    Andare avanti, andare dietro
    l'assenza di avere un fine,
    e l'ansia di conseguirlo!
    Viaggiare così è viaggio.
    Ma lo faccio e non ho di mio
    più del sogno del passaggio.
    Il resto è solo terra e cielo.
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      Scritta da: Andrea Manfrè

      Danza lenta

      Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
      O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?
      O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
      O osservato il sole allo svanire della notte?
      Faresti meglio a rallentare.
      Non danzare così veloce.
      Il tempo è breve.
      La musica non durerà.

      Percorri ogni giorno in volo?
      Quando dici "Come stai?"
      Ascolti la risposta?
      Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto
      Con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?
      Faresti meglio a rallentare.
      Non danzare così veloce.
      Il tempo è breve.
      La musica non durerà.

      Mai detto a tuo figlio, lo faremo domani?
      Senza notare nella fretta, il suo dispiacere?
      Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi è finita
      Perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao"?
      Faresti meglio a rallentare.
      Non danzare così veloce.
      Il tempo è breve.
      La musica non durerà.

      Quando corri così veloce per giungere da qualche parte
      Ti perdi la metà del piacere di andarci.
      Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno,
      È come un regalo mai aperto e gettato via.
      La vita non è una corsa.
      Prendila più piano.
      Ascolta la musica prima che la canzone sia finita.
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        Scritta da: R. Parisi

        Se tu mi dimenticassi

        Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
        se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
        se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
        tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
        metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
        Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
        cesserò d'amarti a poco a poco.
        Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.
        Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
        ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
        che in quel giorno, in quell'ora
        leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
        Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
        se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
        ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
        in me nulla si spegne né dimentica
        il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà
        tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Vocali

          A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu:
          vocali,
          Dirò un giorno le vostre origini latenti:
          A nero busto irsuto delle mosche lucenti
          Che ronzano vicino a fetori crudeli,

          Golfi bui; E, candori di vapori e di tende,
          Lance di ghiacciai, bianchi re, brividi
          d'umbelle;
          I, sangue e sputi, porpore, riso di labbra
          belle
          Nella collera o nelle ebbrezze penitenti;

          U, fremiti divini di verdi mari, cicli,
          Pace di bestie al pascolo, pace di quelle
          rughe
          Che imprime alchìmia all'ampia fronte dello
          studioso;

          O, la superna Tromba piena di strani stridi,
          Silenzi visitati dagli Angeli e dai Mondi:
          - O, l'Omega, violetto raggio di quei Suoi
          Occhi!
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Buongiorno, mezzanotte

            Buongiorno, mezzanotte.
            Torno a casa.
            Il giorno si è stancato di me:
            come potevo io - di lui?
            Era bella la luce del sole.
            Stavo bene sotto i suoi raggi.
            Ma il mattino non mi ha voluta più,
            e così, buonanotte, giorno!

            Posso guardare, vero,
            l'oriente che si tinge di rosso?
            Le colline hanno dei modi allora
            che dilatano il cuore.

            Tu non sei così bella, mezzanotte.
            Io ho scelto il giorno.
            Ma, ti prego, prendi una bambina
            che lui ha mandato via.
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              Scritta da: Elisa Iacobellis
              Mi piace quando taci
              Mi piace quando taci perché sei come assente,
              e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
              Sembra che gli occhi ti sian volati via
              e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
              Poiché tutte le cose son piene della mia anima
              emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
              Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
              e rassomigli alla parola malinconia.
              Mi piace quando taci e sei come distante.
              E stai come lamentandoti, farfatta turbante.
              E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
              lascia che io taccia col tuo silenzio.
              Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
              chiaro come una lampada, semplice come un anello.
              Sei come la notte, silenziosa e costellata.
              Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
              Mi piace quando taci perché sei come assente.
              Distante e dolorosa, come se fossi morta.
              Allora una parola, un sorriso bastano.
              E son felice, felice che non sia così.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                La stella della sera
                L'estate era al suo meriggio,
                e la notte al suo colmo;
                e ogni stella, nella sua propria orbita,
                brillava pallida, pur nella luce
                della luna, che più lucente e più fredda,
                dominava tra gli schiavi pianeti,
                nei cieli signora assoluta -
                e, col suo raggio, sulle onde.
                Per un poco io fissai
                il suo freddo sorriso;
                oh, troppo freddo - troppo freddo per me!
                Passò, come un sudario,
                una nuvola lanugiosa,
                e io allora mi volsi a te
                orgogliosa stella della sera,
                alla tua remota fiamma,
                più caro avendo il tuo raggio;
                giacché più mi allieta
                l'orgogliosa parte
                che in cielo svolgi a notte,
                e di più io ammiro
                il tuo fuoco distante
                che non quella fredda, consueta luce.
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