Parla la voce del silenzio
l'amore
nega le distanze
di neve e di onde
di lune e di aurore
dove pelle si fonde
sulle labbra
a cercar sogni
come stelle
ogni paura scioglie
e a salutare sorge
la sillaba d'amore.
Tracimare
abbandonando gli argini
in una resa facile
di me in me.
Fusa la linfa
a dispiegare in egoismi i desideri
prigionieri di una vena
che vigile non piega
Sfuggite sbarre
e copia di maree
nei sensi abbandonati
tacitamente paghi.
Ho scelto i tuoi silenzi perché bastavano alle mie parole.
Gli andirivieni del cuore forgiavano immagini di noi.
Germe e poi uomo nei pensieri insidiato
carezze mai nate di vene e di sangue.
E quando alfin, fattosi di carne, l'uomo è giunto a chiedere il suo saldo
vane palme hai teso e
rigida e di schiena avversa i passi hai retrocesso...
Se solo nei tuoi gesti
se solo nei tuoi occhi
scorgessi l'umiltà
potremmo celebrare forse amore
o forse solo involverci per ore.
Ma freddo è il gesto e invano cerco
e guardo l'onda frangersi alla riva
per poi tornare a perdersi nel mare.
Così ormai, penso, è ora di lasciare
uscire fuor dall'onda avviluppante
protrarsi sulla rena e spingere i pensieri
oltre il cuore, là dove vi è riparo dal dolore.
Silente
vietata ai sensi dell'altrui gente
riposta nei meandri della mente
inutilmente
Se
da occhi, che lucidi affamati impietosi
divorano il tuo corpo
da mani che sensibili, ritrovano
la mappa delle tue
da denti che, umidi animosi
rivelano emozioni da sempre trattenute
Balena sì patente
epifanica passione
che da tempo si conduce
per viaggi insieme mai vissuti
per rotte insieme mai trascorse.