Presenza mai assente nella mia vita sei tu, o padre. Ti vedo come fontana grande di pura acqua cristallina dove io bimbetta ancora incerta e traballante a piccoli sorsi bevevo l'acqua canterina. Tu mi donavi forza e sicurezza grande e nessuna paura adombrava la mia vita! Varcavo appena la giovinezza e altra acqua richiedevo per la mia nuova sete: l'acqua fresca della speranza e l'ho avuta ancora da te o fontana grande, o Padre! Ma un nero giorno di febbraio tu sei volato via sei diventato assenza strana ma ancora presenza gratuita d'amore. O fontana grande, perché mai ti sei inaridita? Con fatica ho ricercato la tua pura fonte cristallina.
Poesia, tu sei silenzio sonoro, sei musica silenziosa, fonte di pura "acqua canterina" che sgorga irruenta dal mio cuore di donna innamorata della vita.
E cammino pensosa nell'anonimato cittadino, ma ecco m'investe dolente fila di alberi scheletriti, deturpati da insane scritte. Ora mi raggiunge acre scia di fumo che mi soffoca, mi opprime, mi avvolge in spirale di paura. Il bosco brucia, agonizza, muore! E si spegne, in fiume di dolore, il diritto degli alberi al rispetto, alla vita, alla verde speranza. Risponde solo l'umana indifferenza. Laggiù, in oscuro, appartato luogo mani infami mercanteggiano il prezzo di doloso incendio. Ieri, in nostri quartieri periferici giaceva morta enorme catasta di giovani pini sradicati crudelmente da "Madre" terra e usati, per breve tempo, per adornare in scintillio di luce proprio il Natale, la festa dell'Amore.
Caro Bambino, ora che di nuovo nasci bambino sulla Terra, ti voglio avvisare:
Non nascere nella cristiana Europa: ti metterebbero solo solo davanti alla Tv riempiendoti di pop corn e merendine e ti educherebbero a essere competitivo, uomo di potere e di successo, e a essere un "lupo" per altri bambini semmai africani, latinoamericani o asiatici. Tu che sei l'Agnello mite del servizio.
Non nascere nel cristiano Nord America: ti insegnerebbero che sei superiore agli altri bambini, che il tempo è denaro, che tutto può essere ridotto a business, anche la natura, che ogni uomo "ha un prezzo" e tutti possono essere comprati e corrotti; e ti eserciterebbero a sparar missili e a fare embarghi che tolgono cibo e medicine ad altri bambini. Tu che sei il Principe della pace.
Evita l'Africa: ti capiterebbe di nascere con l'aids e di morire di diarrea, ancora neonato oppure di finire profugo in un Paese non tuo per scappare a delle nuove stragi degli innocenti. Tu che sei il Signore della Vita.
Evita l'America Latina: finiresti bambino di strada oppure ti sfrutterebbero per tagliar canna da zucchero o raccogliere caffè e cacao per i bambini del Nord del mondo senza mai poter mangiare una sola tavoletta di cioccolato. Tu che sei il Signore del creato.
Evita anche l'Asia: ti metterebbero "a padrone" lavorando quattordici ore al giorno per tappeti oppure scarpe, palloni e giocattoli da regalare... a Natale... ai bambini del Nord del mondo, e tu andresti scalzo e giocheresti a calcio con palloni di carta o pezza. Tu che sei il Padrone del mondo.
Ma soprattutto non nascere... di nuovo in Palestina: alcuni ti metterebbero un fucile, altri una pietra in mano e ti insegnerebbero a odiare i tuoi fratelli... di stesso Padre: gli ebrei, i musulmani e i cristiani. Tu che ogni anno sei inviato dal Padre per darci il suo amore misericordioso.
Caro Bambino, a pensarci bene, devi proprio rinascere in tutti questi posti ma non nei cuori dei bambini, e dei Paesi "piccoli e deboli": là ci stai già, ma nei cuori dei grandi e dei Paesi "grandi e potenti" perché come hai fatto tu stesso: Dio potente che diventa bambino impotente, rinascano anch'essi: piccoli, innocenti e finalmente... deboli.
Cerco, ricerco, tra carabattole di mia casa, la mia dracma perduta. Il mio rabbioso cuore fa avvizzire fiore di speranza. Mi fermo, riguardo i miei illusori possessi. Improvviso, impensabile pensiero mi afferra, mi vince. Decisa riaccendo lampada di perdono. Si frantuma l'amara catena di rancore. Risplende il mio cielo di pacificata luce e ritrovo, inattesa, la mia dracma smarrita.
Frastornati da spot pubblicitari, abbagliati da ammiccanti insegne luminose, noi, aborti di speranza, ci aggiriamo nell'anonimato cittadino. Ingoiamo acerbi Frutti di solitudini, beviamo a fonti inquinate di egoismo e delusi trasciniamo valigie vuote di fraternità. Ci scuote improvviso Un fischio acuto: ripassa il treno del primo Natale della storia. Anche ora, sei Tu, o Signore, che trepido, speranzoso attendi ancora la nostra travagliata nascita all'amore.
Mi affaccio alla finestra del mio cuore, e, dal prato del tempo un bimbo appare: anno novello, dono di ore, giorni di pace. Nuova perla adorna la collana della vita donata da Te, o Dio, che sei l'Amore.
Grovigli di pensieri si impigliano in vuoto di parole trascinandomi in fiumi di paure. Precipito. Grido. Imploro. Appare improvvisa la diga sicura di mia fede fanciulla. E mi ritrovo o Signore fra le tue braccia: accoglienti come ieri, come oggi, come sempre!