Poesie inserite da Santi Cicardo

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Scritta da: Santi Cicardo

odio

Agli aspiranti sodomiti del progresso
ai dotti masochisti del mercato della carne
rivolgo
il più solenne e imperituro
odio

per avermi trasformato
in un eccesso senza fine
per aver cancellato
dalla mie labbra ogni sgocciolio di latte materno
per avermi ingozzato d'ansia
e lasciato digiuno di speranze

a voi che tenete saldo
l'imbroglio delle verità
a voi che arate il campo del possesso
intesto
il lascito indissipabile del mio
odio

perché possiate crepare
in una festa senza musica
perché anche i diavoli
abbandonino il vostro capezzale
e nessuno ascolti
il vostro velenoso lamento

non ci sia serenità o travaglio
né maledizione o santità
nella vostra fine
ma l'eco perpetua
dell'ingenuità del mio
odio.
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    Scritta da: Santi Cicardo

    Compleanno

    s'approssimava

    avevo un sogno
    un piccolo aeroplano
    dietro una vetrina scordata

    so che tu con me
    lo guardavi

    lo so perché i tuoi occhi
    acconsentivano
    spalancati
    alla mia meraviglia

    non fosti
    anche tu circondata da bambole?

    poi venne il giorno
    e già il fiocco
    lasciava presagire
    altro

    sorrisi
    non so bene a cosa
    perché volevo
    dovevo
    piangere

    come oggi
    con te immobile
    nella tracotanza
    delle mie pupille pallide
    ma ora come allora
    sono lacrime gelate
    e non cadono.
    Composta domenica 26 febbraio 2012
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      Scritta da: Santi Cicardo

      25.12

      Spirano
      formule affilate
      cristalli ghiacciati
      che l'alitare dei sacri quadrupedi
      non squagliano

      s'abbattono
      insolenti gli auspici
      e velano di un manto pietroso
      l'antica meraviglia
      di scoprirsi innocui

      tumulata l'innocenza
      sotto cataste di parvenze
      si sostituisce al barbaglio siderale
      la raggelante intermittenza made in taiwan

      intanto si compie ogni destino
      e nonostante l'ora oscura
      tutto intorno
      s'addensa calda
      una soffice neve rossa.
      Composta venerdì 13 aprile 2012
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        Scritta da: Santi Cicardo

        Al confine

        Al confine
        ieri l'altro
        posavi gli occhi su me
        non avevi pudori
        e forse per la prima volta
        sentivo una febbre accendermi
        e scaldarci

        settembre affidava i suoi giorni
        al baule sfondato dei ricordi
        e le parole ingiallivano
        cucendo l'anima
        a un cauto cielo d'autunno

        al confine
        oggi
        le carezze di ieri
        non le confesso più
        e aspetto gli amplessi
        quando i tramonti vestiranno
        la monacale uniforme dell'addio.
        Composta giovedì 25 ottobre 2012
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          Scritta da: Santi Cicardo

          canto di guerra

          Da dove arriva l'assedio?

          l'orizzonte è oscurato da ingranaggi
          strateghi cadaveri e cavalieri
          si consultano e mettono a punto

          chi è il duce
          che governa l'accerchiamento?
          chi affama e ci stupra?

          siamo zotici
          e ignoriamo la guerra
          i pochi ci hanno eletto soldati
          e trasformato i forconi in lame taglienti

          ma le nostre vesti puzzano di sterco
          e le nostre donne hanno mani grosse

          chi ci difenderà
          se i nostri dèi
          hanno abbandonato
          il fuoco delle cucine
          e svernano al sole dei tropici?

          mangiamo compagni l'ultimo pasto
          così che al darsi dell'alba
          faremo più sazi gli avvoltoi.
          Composta martedì 23 ottobre 2012
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            Scritta da: Santi Cicardo

            Anenie d'amore

            All'inizio sapevo di te
            il tuo lento manifestare
            aveva per me
            l'inveterata quiete
            dei meccanismi universali
            sempre gli stessi e sempre diversi

            all'inizio non sapevo di me!

            poi fu lo svolgimento
            lo squadernarsi del bianco
            che avremmo dovuto riempire
            di segni certi o vaghi simboli
            ma tu ritraesti la mano
            manca l'inchiostro - dicevi
            il sangue non è acqua - pensai
            e un ago può farsi penna!

            così cominciai
            l'incisione
            e a intingere non mi risparmiavo
            fu un baleno
            e la bianchezza dei fogli
            prese a tingersi di rosso
            non potei mai leggere
            quei geroglifici d'amore
            volevi solo scribacchiare
            e lasciare il vermiglio della mia vita
            stingersi e aggrumarsi
            per voltare pagina e ricominciare

            né t'accorgesti di nulla
            dell'ultima carta
            o del calamaio ormai vuoto
            e quando tutto fu concluso
            spazientita
            richiudesti il quaderno
            per gettarlo
            in un triste cumulo
            di storie anemiche
            fu il compimento di me

            oggi costretto
            tra i dorsi di diari ammuffiti
            ogni tanto faccio capolino
            e ti vedo ancora alla scrivania
            che t'agiti carta penna e calamaio
            sull'esistenza di un altro
            per scrivere la fine che già conosco.
            Composta lunedì 22 ottobre 2012
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