Poesie inserite da Stefano Medel

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Scritta da: Stefano Medel

Scuola lontana

Mi sembra ieri,
di avere ancora con me,
la borsa a tracolla,
sento ancora
l'odore di gesso,
di carta nuova,
di penne
e gomme da cancellare;
la campanella al mattino presto,
il freddo e la brina per le strade,
le vetrate scolastiche,
con le scale,
i bidelli
lavativi
e con poca voglia di lavorare,
altri invece,
simpatici,
e più saggi dei maestri;
odore di gioventù passata,
di giovinezza,
di forza,
come erano diverse allora,
tante cose,
altri tempi;
e i compagni,
che fine avranno fatto,
chi bene, chi male.
Composta venerdì 23 settembre 2016
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    Scritta da: Stefano Medel

    La mela

    New York city
    New York
    La grande mela,
    Metropoli
    Immane,
    Grigia,
    Piena di cemento,
    edifici,
    strutture avveniristiche,
    coi locali,
    i pub,
    i fast food,
    le rosticcerie,
    come nei film di Robert Redford,
    la mela,
    coi suoi viali immensi,
    i negozi di lusso
    Tiffany,
    le vie
    di asfalto,
    le panchine di legno di Central Park,
    come nei film di Woody Allen,
    città grande e un po' triste,
    imbevuta di malinconia,
    specie d'autunno.
    Composta giovedì 22 settembre 2016
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      Scritta da: Stefano Medel

      Notte metropolitana

      Cala la sera,
      rapidamente,
      più presto adesso,
      e fa già freddo,
      non più come prima,
      notte di città,
      notte metropolitana;
      i gatti si rifugiano sotto
      le macchine,
      si sente freddo,
      i ventilatori non servono
      più o quasi,
      notte gelida,
      fresca,
      che sa d'autunno,
      di vendemmia e di mosto;
      la bella stagione è finita ormai,
      più o meno,
      si raccoglie la legna,
      ci si prepara,
      all'inverno.
      Composta giovedì 22 settembre 2016
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        Scritta da: Stefano Medel

        Pioggia in città

        Avanzano le nubi,
        nuvoloni enormi e massicci,
        si fa scuro,
        buio,
        poi d'improvviso,
        cadono stille e gocce,
        acquazzone metropolitano,
        pioggia in città,
        tanto attesa, tanto voluta,
        dopo il caldo
        dell'estate che va,
        asfalto catramato, luccica come uno specchio,
        tetti e tegole gocciolanti,
        odore di fresco e di acqua umida,
        gente con ombrelli,
        e magliette,
        bella stagione alla fine.
        Composta martedì 20 settembre 2016
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          Scritta da: Stefano Medel

          Che ne sa il mondo di noi

          Che ne sa il mondo di noi
          io e te,
          amore lo sai,
          questo sporco mondo
          è quello che è,
          e a volte fa
          un po' paura,
          noi che restiamo in città,
          e la vita è tutta un'avventura incasinata,
          che vuoi farci,
          ma ci sei tu e io,
          noi due che proviamo qualcosa,
          che stiamo bene,
          noi due e il
          mondo che cosa ne sa,
          cosa ne capisce,
          un cavolo,
          la gente
          non c'entrano,
          non sanno un cacchio,
          che vadano in malora,
          ci siamo io e te,
          e poi,
          chi lo sa,
          un mondo lontano,
          che non sa niente di noi.
          Composta mercoledì 21 settembre 2016
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            Scritta da: Stefano Medel

            Notte che indulge

            Notte che indulge
            alle porte del buio,
            universi strani,
            notturni,
            mondi a parte,
            la notte e i suoi segreti,
            i suoi amori,
            i sospiri,
            i sogni;
            insonnia,
            le ore non passano più,
            sembrano secoli che si fermano,
            tutto si blocca,
            il mattino è una chimera lontana,
            e sperduta.
            Non fai che pensare,
            ricordare il passato,
            che non tornerà più.
            Composta lunedì 19 settembre 2016
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              Scritta da: Stefano Medel

              L'ultimo paese

              Da quello che si vede, e
              da come vanno le cose,
              e da come si sta mettendo,
              l'Italia, è proprio destinata
              ad essere un paese fetente,
              brutto,
              invivibile,
              e con una qualità della vita
              low, bassa a livelli bestiali
              e pre industriali;
              l'ultimo paese è il nostro,
              senza frontiere,
              senza controlli,
              con leggi deboli e mosce,
              dove tutto è affidato
              alla volontà del singolo,
              e dell'uomo della strada;
              lo stato è assente,
              carente,
              lontano,
              latitante,
              i servizi sono pochi
              e le tasse tante,
              facciamo come i gamberi,
              e mi sembra sempre peggio;
              e la società italica,
              è il riflesso della classe politica
              e del governo di merda che abbiamo;
              il sociale è duro,
              la vita è pensante,
              violenta,
              siamo costretti sempre a sgomitare,
              a fare casini,
              a litigare per ogni cosa;
              un paese di merda,
              l'ultimo paese.
              In fondo alla sentina d'Europa;
              in balia di tutto,
              delle migrazioni
              e non solo.
              Eppure miracolosamente,
              ci sono persone,
              che in silenzio,
              continuano
              a impegnarsi e sperare.
              Composta domenica 18 settembre 2016
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                Scritta da: Stefano Medel

                Prevalenza

                Sui libri sono scritte cose,
                e ci insegnano tante cose,
                per anni ci fanno credere,
                sul merito,
                su ciò che è giusto,
                e varie altre cose sul dovere,
                e su quello che è giusto.
                Ma in realtà,
                sulla strada, la società,
                segue binari e schemi molto diversi,
                da quelli meritocratici e scolastici;
                nel sociale,
                c'è sempre la prevalenza del peggiore,
                del cretino,
                del più stupido,
                e la palta e il fango stanno a galla,
                e galleggiano bene,
                mentre chi è buono,
                spesso gli va tutto male e va a fondo,
                la società e in mano agli imbecilli,
                ai più cretini,
                ai volgari e i beceri,
                ed è dura per gli onesti e
                per quelli
                che non fanno male a nessuno.
                I buoni tendono a rimetterci sempre,
                e continuano a lavorare
                e impegnarsi,
                in modo eroico,
                e nessuno lo sa.
                Nessuno sa mai, certe cose.
                Composta sabato 17 settembre 2016
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                  Scritta da: Stefano Medel

                  Come Jim Morrison

                  Come Jim Morrison,
                  sino alla fine,
                  al di fuori di tutto,
                  cercando piena libertà,
                  al di fuori del sistema,
                  senza regole,
                  senza vincoli,
                  o gabbie
                  o condizionamenti sociali;
                  come Jim Morrison,
                  ai margini,
                  sempre in lotta,
                  contro questo o quello,
                  additato,
                  esecrato,
                  esorcizzato forse;
                  ma libero
                  al di là del sistema putrefatto,
                  che sfrutta la gente;
                  come Jim Morrison,
                  in un mondo stupido e squallido,
                  da solo spesso,
                  ma libero di scegliere.
                  Composta venerdì 16 settembre 2016
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                    Scritta da: Stefano Medel

                    Paesaggio rurale

                    Paesaggio agreste
                    campagna che sfila
                    passando con la macchina,
                    distese di erba medica incolta,
                    appezzamenti e
                    tubi irriganti,
                    distese verdi di ortaggi e zucchini,
                    operai e contadini cotti dal sole,
                    si avvicendano,
                    spaccandosi la schiena,
                    vicino un trattore e un furgone;
                    paesaggio vecchio e antico,
                    scene rurali che ricordano tempi antichi,
                    altri tempi,
                    dei nonni e i bisnonni
                    di un italia diversa,
                    un altro mondo,
                    altri tempi.
                    Composta mercoledì 14 settembre 2016
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