Poesie preferite da Valentina Ferri

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Scritta da: Marianna Mansueto
La tua virtù è la mia sicurezza.
E allora non è notte se ti guardo in volto,
e perciò non mi par di andar nel buio,
e nel bosco non manco compagnia.
Perché per me tu sei l'intero mondo.
E come posso dire di esser sola se tutto il mondo è qui che mi contempla?
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    Scritta da: Paul Mehis

    Per la vecchia denti-storti

    Conosco una donna
    che compera continuamente puzzle
    cinesi
    puzzle
    cubi
    cavi
    pezzi che alla fine s'incastrano
    in un ordine
    li completa
    matematicamente
    risolve tutti i suoi
    puzzle
    vive giù in riva al mare
    mette lo zucchero fuori per le formiche
    e crede
    alla fin fine
    in un mondo migliore.
    Ha i capelli bianchi
    li pettina di rado
    ha i denti storti
    e indossa ampie tute informi
    su un corpo che molte
    donne vorrebbero avere.
    Per anni mi ha irritato
    con quelle che giudicavo
    eccentricità - come i gusci d'uovo a mollo
    (per nutrire le piante
    col calcio).
    Ma infine quando penso alla sua
    vita
    e la paragono alle altre vite
    più eccitanti, più belle
    e originali
    mi accorgo che lei ha ferito meno
    gente di tutti quelli che conosco
    (e per ferire intendo semplicemente ferire).
    Ha passato periodi tremendi,
    periodi in cui avrei forse potuto
    aiutarla di più
    perché è la madre della mia unica figlia
    e siamo stati un tempo grandi amanti,
    ma ne è uscita,
    come ho detto
    ha ferito meno gente di
    tutti quelli che conosco,
    e se guardi le cose così,
    beh,
    ha creato un mondo migliore.
    Ha vinto.
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      Scritta da: Andrew Ricooked

      Un albero, una strada, un rospo

      Un tavolo da 7, tutti
      che ridono forte, senza smetter,
      in modo quasi assordante,
      ma non c'è gioia nella loro
      risata, sembra
      meccanica.
      Finzione e falsità
      avvelenano l'aria.
      Sembra che gli altri avventori non lo
      notino.
      Sono asfissiato dalle risate,
      le viscere, il cervello, la mia coscienza,
      mi vanno di traverso.
      Sogno di prendere una postola, di
      avvicinarmi al tavolo
      e di far saltare le loro teste,
      una dopo l'altra.
      Naturalmente, questo mi renderebbe
      ancora più colpevole di
      loro.
      Eppure, continuo a fantasticare e
      poi capisco che pretendo
      troppo.
      Avrei già dovuto capire
      da un pezzo che è così
      e basta:
      che dappertutto ci sono tavoli da 2,
      3,7, 10 o anche più
      con gente
      che ride senza motivo e
      senza gioia,
      che ride per niente senza
      trasporto,
      e che questa è una parte inevitabile
      di tutto,
      come un albero, una strada, un rospo.

      Ordino ancora da bere e
      decido di non ucciderli, nemmeno
      nella mia immaginazione.

      Decido, invece, che sono un
      uomo davvero fortunato:
      il tavolo è a 7 metri di distanza.
      Potrei essere a quel tavolo, seduto
      con loro,
      vicino alle loro bocche,
      vicino ai loro occhi e alle loro orecchie
      e alle loro mani,
      e sentire realmente la conversazione
      che provoca le loro risate
      senza gioia.
      Mi sono già trovato in molte situazioni simili
      ed è stata una dura croce,
      davvero.

      Così, mi accontento della mia buona sorte
      ma non posso fare a meno di chiedermi
      se al mondo sia rimasto un angolo
      con un tavolo da 7 dove
      si provano sentimenti autentici,
      dove c'è
      una bella risata vera.
      Spero di si.
      Devo sperare di si.
      Composta domenica 3 gennaio 2010
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        Scritta da: Andrew Ricooked

        Buddha Chinaski dice

        A volte
        devi
        indietreggiare
        di uno o
        due passi,
        ri-
        considerare

        staccare
        per un
        mese

        non
        fare niente
        non
        volere
        fare niente

        la pace è
        fondamentale
        il ritmo è
        fondamentale

        qualsiasi cosa
        tu voglia
        non
        l'avrai
        provandoci
        con troppa
        insistenza.

        Stacca
        per
        dieci anni

        sarai
        più
        forte

        stacca
        per
        venti anni

        sarai
        amcora più
        forte.

        Non c'è niente in
        palio
        comunque

        e
        ricorda che
        la seconda cosa più bella
        del mondo
        è
        una notte di sonno
        tranquillo

        e
        la più bella:
        una morte
        serena.

        Nel frattempo
        paga la bolletta del
        gas
        se riesci
        e
        cerca di non
        litigare con tua
        moglie.
        Composta domenica 3 gennaio 2010
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          Scritta da: Andrew Ricooked

          Ahi ahi ahi

          Il tizio gestisce una libreria
          ci vado e autografo i miei libri per
          lui
          e lui mi impone sempre qualche libro
          qualcosa del genere declino-e-vita
          difficile
          ma questi libri sono scritti da
          opinionisti
          di giornali
          professori, nati-nella-bambagia,
          ecc.
          E questi hanno visto tanta vita reale
          da bassifondi
          quanto un parroco di campagna;
          le loro vite
          sono state tanto avventurose quanto
          una spolverata allo scaffale della
          libreria
          e nessuno di loro ha mai saltato un
          pasto.
          Questi libri sono ben scritti,
          a volte brillanti
          un filo
          arditi
          ma c'è una sensazione dominante
          di agiatezza
          nella scrittura e nella
          vita.
          I libri mi cadono dalle
          mani.
          Questo tizio della libreria deve
          cominciare a pensare a
          qualche altro tipo di
          compenso
          per me
          che gli autografo i miei libri
          perché leggere queste cagate
          deliziosamente
          stampate
          non fa che ricordarmi
          ancora una volta
          che sto gareggiando solo
          contro
          me stesso.
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            Scritta da: Andrew Ricooked

            Ricordatelo

            Credere a ciò che dicono o scrivono
            è
            pericoloso
            specialmente se dicono o scrivono
            cose esageratamente grandiose
            su di
            te

            e tu
            sei sciocco quanto basta per
            crederci.

            Poi saresti pronto a rompere la
            macchina fotografica quando qualcuno tenta di
            fotografarti in
            pubblico.

            O potresti ubriacarti
            a casa tua
            e sparare dalla finestra
            al tuo vicino
            con una 44 magnum.

            O potresti comperare un
            automobile costosissima
            per poi innervosirti
            con quelli meno ricchi
            sulle loro vecchie auto
            che frenano la tua corsa
            in
            autostrada.

            O potresti sposarti
            troppe volte
            o avere troppe
            fidanzate.

            O potresti andare in Europa
            troppo spesso
            o drogarti troppo
            spesso.

            Potresti
            maltrattare
            i camerieri.

            Respingere
            i cacciatori
            di autografi.

            Potresti perfino
            uccidere
            qualcuno.

            O
            in migliaia
            di altri modi
            potresti alla fine anche
            uccidere
            te stesso.

            Molti
            lo fanno.
            Composta domenica 3 gennaio 2010
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              Scritta da: Andrew Ricooked

              Dove ero finito?

              Non sapevo da dove venissi
              o dove stessi
              andando.
              Ero perso.
              Mi ritrovavo seduto
              in strani ingressi
              per ore,
              senza pensare
              semza muovermi
              finché mi chiedevano
              di andarmene.

              Non voglio dire che ero
              idiota o
              stupido.
              Quello che voglio dire è che
              ero senza
              interessi.

              Non me ne fregava niente se cercavate
              di uccidermi.
              Non vi avrei fermato.

              Stavo vivendo un esistenza che
              non significava niente per
              me.

              Trovavo posti dove stare.
              Stanzette in affitto. Bar. Prigioni.
              Sonno e indifferenza sembravano
              le uniche
              possibilità.
              Tutto il resto sembrava
              privo di senso.

              Una volta rimasi tutta la notte a guardare
              il Mississipi.
              Non so perché.
              Il fiume scorreva lì accanto e
              l'unica cosa che ricordo è che
              puzzava.

              Mi sembrava sempre di essere
              su una corriera
              che attraversava il paese
              diretta
              da qualche parte.
              A guardare fuori da un finestrino
              sporco
              il nulla
              assoluto.

              Sapevo sempre esattamente quanti
              soldi avevo
              con me.
              Per esempio:
              un biglietto da cinque e due da uno
              nel portafoglio
              una moneta da venticinque, una da dieci e una
              da due centesimi nella tasca
              destra davanti.

              Non avevo voglia di parlare
              con nessuno e non volevo che nessuno
              mi parlasse.

              Ero considerato un
              disadattato e un tipo
              strambo.
              Mangiavo pochissimo ma
              ero incredibilmente
              forte.
              Una volta, quando lavoravo in una fabbrica
              dei ragazzotti giovani, strafottenti,
              stavano cercando di sollevare un pezzo
              di macchinario pesante
              dal pavimento.
              Non ci riusciva nessuno.

              "Ehi, Hank, provaci tu!" Dissero
              ridendo.

              Mi avvicinai, lo sollevai,
              lo rimisi a terra,
              tornai al
              lavoro.

              Mi valse il loro rispetto
              non so perché
              ma io non lo
              volevo.

              A volte abbassavo
              le tapparelle nella mia stanza
              e me ne stavo a letto per una
              settimana o più.

              Ero in uno strano viaggio
              ma era
              privo di senso.
              Non avevo idee.
              Non avevo progetti.
              Dormivo.
              Non facevo altro che dormire
              e aspettare.

              Non mi sentivo solo.
              Non soffrivo di vittimismo.
              Ero solo invecchiato in una
              vita nella quale
              non riuscivo a trovare alcun
              senso.

              Allora ero
              un giovanotto di
              mille anni.

              Adesso sono un vecchio
              che aspetta di rinascere.
              Composta domenica 3 gennaio 2010
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                Scritta da: Andrew Ricooked

                Fuori posto

                Brucia all'inferno
                questa parte di me che non si trova bene in nessun posto
                mentre le altre persone trovano cose
                da fare
                nel tempo che hanno
                posti dove andare
                insieme
                cose da
                dirsi.

                Io sto
                bruciando all'inferno
                da qualche parte nel nord del Messico.
                Qui i fiori non crescono.

                Non sono come
                gli altri
                gli altri sono come
                gli altri.

                Si assomigliano tutti:
                si riuniscano
                si ritrovano
                si accalcano
                sono
                allegri e soddisfatti
                e io sto
                bruciando all'inferno.

                Il mio cuore ha mille anni.
                Non sono come
                gli altri.
                Morirei nei loro prati da picnic
                soffocato dalle loro bandiere
                indebolito dalle loro canzoni
                non amato dai loro soldati
                trafitto dal loro umorismo
                assassinato dalle loro preoccupazioni.

                Non sono come
                gli altri.
                Io sto
                bruciando all'inferno.

                L'inferno di
                me stesso.
                Composta domenica 3 gennaio 2010
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