Quindici mesi di pastasciutta
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...mensa: tutto intento a rigirarla, insalata, sale, olio e aceto, quando ad un tratto germogliò, come fosse un bollino che ne garantiva l'autenticità, una avvenente coda di lucertola, per un attimo sognai di essere sdraiato su un bel prato. Le mie mani accarezzavano dolcemente piccoli fiorellini e soavi trifogli. In tutta questa idilliaca atmosfera, presi atto dell'accidentalità degli eventi e guidato dallo spirito combattente e vincente dell'arma di appartenenza, sferrai un pugno sul tavolo e con un urlo da Iliade, mi dileguai e dal quel malinconico giorno non partecipai più ad uno scontro con l'infido nemico mensale.
Non è stato facile portare a termine una missione così lunga, si avvertiva la necessità di diversificare le azioni e i metodi di combattimento, ecco, perché ogni tanto era opportuno riunirsi in adatte trincee e armati fino ai denti di posate e coltelli, assumevamo un atteggiamento spavaldo e pronto ad ingerire un bicchierino di sambuca per ogni eventuale goal dell'Italia calcistica.
Certamente fummo presi alla sprovvista, quando dopo aver cenato e bevuto tanto di quel vino e birra, la sfortuna volle che la nostra nazionale vinse nell'occasione per sei a zero. Tutto finì con una bella sbornia mista che ci portò tutti, uno ... [segue »]
dal libro "Le giornate del mio tempo" di Costantino Posa
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