Cieca, la cecità più assoluta: cecità di occhi, cecità di cuore, cecità di sensi. Questo colore ti colpisce come un anestetico, un colpo duro e frenetico. Ti preserva, ti riserva, ti aliena come se fossi un piccolo buco nero in mezzo a infinita e tempestosa luce. Tenero, un gioco di piccole conquiste, un campo di battaglia in una giornata triste, giorno per giorno attimo per attimo, minuscole briciole di armi ti penetrano silenziose, si fanno largo sul tuo intimo tappeto rosso, rosso di lamine briose. Delicati, frammenti di vetro ti infilzano, senza via di scampo, senza controllo, rimani disteso in fin di vita, incatenato da accenti e fatica, sei conquistato, sei diventato il primo portabandiera della fanteria nemica. Quanto sangue quelle schegge sulla strada del ritorno, spine minuziosamente eliminate, lentamente sterminate, più dolore che pace. Lacrime di vetro, lacrime di cemento, lacrime su un viso ormai più contento. Viso stanco, viso morto. Una nuova realtà senza più ritorno. Una nuova vita che non può essere negata d'ossigeno, il soffio mattutino del mare che si sveglia, sotto un sole che si illumina, un cielo che si anima. Una strada di allegria gioviale, un caffè tra amici: un attimo essenziale. Quel moro ... [segue »]

Anonimo