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...schiumoso d'oro come un mare tempestoso di sogno. Una mattina ultrasensoriale, le onde che si infrangono sul mare, ritmiche come tamburelli in una piazza animata, un cucchiaino intercalare nel mezzo dello scuro profumo cavernoso. Bocca, occhi, godete di questo luminoso spettacolo, orizzonti pace la tua voce, un colore sfumato di terra e cielo. Si appresta il ritorno, incubo notturno. Una pizza, un urlo di trionfo, un coro di passione o di tonfo, un saluto, una giornata di vissuto. Un panorama all'improvviso, un albergo divenuto il più tenero ristoro materno. Sole e mare tra le corse trafficate, cielo e terra tra nuove sorelle unite e inventate. Niente di più vero che ciò che nasce dentro. Un cuore conquistato, una guerra vinta a piccoli passi, piccoli segni, piccoli miracoli di gesti. Un'aria profumata di eterna fierezza, aperta e libera come una giravolta in mezzo alla piazza. Sei la notte più urlante e silenziosa, guardata da lontano, sempre in posa, sei il risveglio caloroso nel freddo di una nuova mattina addormentata, il mezzogiorno di delirio tra previsioni e martirio, il tramonto di fuoco su quella donna addormentata. Sempre terra e cielo, sole e mare, qui la natura si impregna di ideale. Un nuovo Dio che si muove tra la gente, con la gente, per la gente, scavalcando montagne, combattendo lava di vulcani, sorvolando il mare con i suoi artigli di schiuma. Un Dio che ha rubato la bellezza di madre natura e l'ha trasformata in attitudine e calore, per percorrere strade e attraversare pelli, diventando schegge di vetro che incatenano un cuore, disperatamente cambiato, un nuovo amore. Questa è Napoli, lacrime amare.
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