La principessa e la serva
Maria sin da piccola ha posseduto un atteggiamento regale, sembrava che fosse nata per caso nella nostra famiglia. Oltre a assere bella, i suoi modi garbati e misurati ben si adattavano al suo carattere riservato. La natura le aveva regalato quello che si chiama "classe" di conseguenza rispettata non senza timore. Per i nostri genitori e per il nonno, era addirittura la divina e, come tante divinità era circondata da un alone di mistero, che portava noi poveri mortali ad inchinarci come tanti sudditi. Fisicamente somigliava tutta a papà, di carattere somigliava tutta a mamma. Quello che so che era amata e venerata da tutti. A distanza di anni con una punta di commozione ricordo il nostro gioco preferito.
Maria per il suo ruolo di principessa indossava l'abito più bello. Il gioco era sempre lo stesso. Io la... serva, inchinandomi le chiedevo: Principessa, desidera? Lei dal suo ruolo immaginario dava i suoi ordini, che io da brava lacche eseguivo. Il ruoli di "cenerentola" non fini per colpa della "scarpa" ma semplicemente per un fazzoletto e per un comò. Un giorno eseguendo un suo ordine di prenderle dal comò un fazzoletto la mia mano rimase vittima del comò. Il forte dolore e stanca di servirla. Dettai la mia legge, adesso basta tu! Farai la serva e io la... principessa. La divina dal suo trono immaginario mi guardò schifata! Come avevo usato io una povera serva ambire al ruolo di di principessa? E dal suo ruolo immaginario rispose: Ma! Farò la serva! E su queste parole la divina per sempre chiuse il nostro gioco preferito.
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