Rose e caffè
Hai insegnato il colore delle rose,
facendo attenzione che le mie dita non si pungessero di spine, e forse sotto quello sguardo scuro eri già a conoscenza che avrei incontrato prima il dolore e poi, forse, l'impalpabile tenerezza di petali rosa.
Rose tea, rose rosa e gialle in vasi giganti sul parapetto di un lungo balcone compagno di una soffitta che emanava odore di caffè caldo e sugo buono per la pasta.
Quante volte mi hai risuolato le scarpe, forse augurandomi un migliore cammino e quante volte mi hai regalato sorrisi togliendomi la rabbia di uno schiaffo poco meritato. Caramelle rosse, quadrate, non erano buone, era il colore e tu lo sapevi.
Annuso l'aria e mi sembra di risentire quell'odore di pece che mi incuriosiva fino al punto di commettere disastri evitati dallo sguardo attento di mia madre, ma era solo tua la pazienza di rispondere ad ogni mio perché insistente nel capire cose al di là della forma.
Riecheggia il tuo sorriso e quella pazienza formidabile che non ti ha mai permesso uno scatto improvviso... e con uno scatto improvviso ho saputo che da ieri non ci sei più. Mi chiedo se da stanotte sei accanto leggero alla rosa più bella della tua vita, Anna, la tua Annina...
Giuseppe sto bevendo un caffè... vuoi? Sì con lo zucchero per te ovviamente... la vita è già tanto amara, così dicevi.
Composto martedì 10 novembre 2009
Leggi un altro Racconto Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti