Il Prigioniero di Auschwitz
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...confronti miei e in quelli dei miei fratelli, il suo era un amore forzato, ma in tanti anni non avrei mai potuto dubitare sul suo amore che ci voleva, anche se non c'è lo dimostrava con la sua figura che lo avvolgeva nelle serietà e severità.
Egli voleva che in casa regnava l'educazione fra me ei miei fratelli, ricordo che diceva sempre che l'educazione e la base di tutto nella vita.
Ma l'odio trasversale che avevo nei suoi confronti a volte era troppo, in casa era un padre ma fori era una macchina da guerra, di terrore faceva uccidere giovani innocenti, uomini, donne, a volte persino bambini, io non potevo ribellarmi a quella sua personalità violenta, era il fascismo che lo aveva trascinato nell'orrore dell'tranello e del fallimento. Era il suo destino che si era compromesso e compraposto, non il mio.
Ma mio padre si trasformò in una macchina da morte nel lontano 1919, quando egli partecipò ai movimenti dei fasci contro gli agrari, era stato aggiunto anche nelle squadre d'azione, obiettivo solamente punizioni violente contro poveri cristiani, che sudano e lottano per ottenere i propri diritti e doveri.
Mio padre partecipò anche nel 1922 con la famosa marcia su ... [segue »]
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