Un giorno in un bar
Ero chiuso a casa ormai da ore, il letto era sistemato e la cucina pulita, mancavano solo le valigie pronte per dire che stavo scappando in qualche altro paese sperduto, avevo il cellulare in mano da quindici minuti circa, il numero era quello, il numero era il suo.
Chiamai.
Pensavo onestamente di non avere risposta ma invece sentii la sua voce.
Volevo prendere un caffè con lei, lei accettò. Solitamente ci si raccontava tanto, io ascoltavo sempre per cercare di scolpire nella mia mente ogni singolo particolare del suo volto e avere nel database del mio cervello il suo timbro di voce sempre con me.
Quel caffè non era dei migliori, ed io scrivevo mentre aspettavo il suo arrivo.
Era bella, come sempre, sentivo canzoni sdolcinate nella mia mente, bombe nucleari esplodere alle sue spalle, insomma un film in un secondo...
Si sedette e parlammo, stava insieme ad un tale, un bravo ragazzo sicuramente, io ero anche legato ad una ragazza di cui sinceramente ora non ricordo neanche il nome...
Dopo il caffè la sigaretta, sempre camel blu, quella paglia sapeva proprio di stalla.
"Stai bene, sei felice?"
"Dan, penso che mi sposerò"
"verrò al tuo matrimonio, ti guarderò da lontano e brinderò, a te, a lui."
Posai il portatile dentro la custodia, presi quel briciolo di dignità che mi rimase appiccicata addosso, salutai, e per dirla tutta gli diedi l'abbraccio del "non farlo..." più forte che mai potessi aver dato a qualcuno.
Composto martedì 31 ottobre 2017
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