La morte
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...ognuno di loro mi era bastato dire ciò che volevano sentire... fingendo mi lamentavo di come avessi poche amiche e che erano invidiose di me, che il ragazzo a cui andavo dietro non mi filava, di come mi sentivo brutta. Lamentele che portavo avanti per un paio di settimane poi iniziavo a sorridere a dire che tutto stava andando meglio... avevo imparato a fingere bene, con il tempo... e da li ci ritrovavamo sull'uscio della porta. Lo psicologo stringeva la mano prima a me e poi a mia madre e con un sorriso complice diceva "sua figlia è guarita". Una solfa che mi capitava di sentire spesso, perché mia madre non dava mai troppo per buone le parole dei dottori. È andata avanti così per anni finché non ne abbiamo incontrato uno che lei definì bravo. Mi imbottì di farmaci... ma questi sono solo ricordi.
Ho dimenticato quanto la avessi odiata... dove sono ora l'odio non mi serve.
Mi sono chiesta tante volte se avessi potuto tornare indietro se lo avrei rifatto: la risposta è sempre stata no. Ho immaginato di vederla sorridere al funerale e come lei tutti gli altri... dei pesi bisogna liberarsi. Ero questo per loro, questo ... [segue »]
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