Il cane complessato
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...inferriate del cancello e posò lo sguardo malinconico sulla strada chiedendosi perché non fosse come suo padre.
All'improvviso, sentì dei passi farsi sempre più vicini. – Ehi, Tanner! Cosa fai lì solo soletto? Non andiamo a giocare?
Il cagnolino si voltò e vide che si trattava di Diego, il figlio di otto anni dei suoi padroni.
Lentamente gli si avvicinò appoggiando la testolina contro il ginocchio.
- Cosa c'è che non va, bello? Ehi... ma tu stai piangendo! - notò il bambino. Malgrado cominciasse a pesare, si inginocchiò per prenderlo in braccio - Perché piangi, bello? - volle sapere più tardi una volta arrivati in veranda.
In tutta risposta Tanner lo guardò, gli occhi inumiditi, e guaì.
Il bambino si mise a pensare sul motivo che aveva ridotto il suo cane in quelle condizioni e, sentendo in lontananza i suoi genitori lamentarsi del cucciolo, arrivò alla conclusione che Tanner era stato ferito nella sua sensibilità dalle loro osservazioni poco gentili.
- Tanner, non preoccuparti di quello che dicono i miei genitori di te: sono ancora traumatizzati per la morte del tuo papà e non sanno quello che dicono. E, poi, anche se tu dovessi essere diverso da lui, cosa ti importa? ... [segue »]
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