Scritto da: Cleonice Parisi

Sangue, Lacrime e Terra


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...Anima.

Mi fai ridere e chi saresti tu, se non sangue, lacrime e terra, cosa puoi tu contro me che sono il dolore.

E così dicendo allungò le sue dita spinose verso il Cuore, provocandogli sofferenza, il piccolo cuore prese a gridare negli spasimi piegandosi nuovamente al dolore.

Ti prego Cavaliere dell'Anima - mentre il travaglio lo divorava - lasciami andare non rischiare la tua preziosa vita per me, io sono il nulla.

Il Cavaliere dell'Anima, diede un urlo potente alzando spada e scudo verso il cielo come consacrandoli ad una luce che il Dolore non poteva scorgere e un raggio di sole scese colpendo le sue armi. Il cavaliere dell'Anima triplicò la sua dimensione, e di fronte agli occhi sorpresi quanto spaventati dal dolore, con la sua stessa spada si aprì il costato e nel raccogliere il cuore dolorante lo posizionò al centro del suo petto, che ebbe a chiudersi immediatamente.

Il Dolore capì che quella terra non era più terra di conquiste, ora che il bene aveva triplicato la sua forza, aprì le sue ali per fuggire, ma il cavaliere lo catturò con una mano stringendolo sino a stritolarlo e facendone polvere ne concimò la sua terra.

Il Padre di tutti i venti, quando non vide far ritorno il suo spietato assassino con la vittima predestinata, capì, e colto da incontenibile rabbia, chiamò a raccolta il suo intero esercito per radere al suolo quell'esistenza, ma quando impartì l'ordine nessuno lo ascoltò, e una voce dall'alto riecheggiò potente:

Impara a perdere, è stato un giusto combattimento.

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