Quel giorno
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...cupo il lontananza.
Gli operai continuavano a lavorare ridendo e scherzando tra di loro.
Il rumore si fece più forte.
Per un attimo tutti si fermarono e si guardarono in viso.
Il rumore si fece assordante, la terra cominciò a tremare.
Un brivido di terrore scivolò lungo la schiena di tutti.
Un nuovo forte rumore li scosse definitivamente.
Cominciarono immediatamente a correre.
Il suo primo impulso fu di scappare via, lontano da quel terribile rumore, lontano dal possibile pericolo.
E infatti cominciò a correre, lui, con tutti gli altri.
Ma poi si fermò.
Pensò immediatamente alla sua compagna, al suo unico, immenso amore che aveva lasciato a casa dormendo.
Fu un attimo, non riuscì a pensare ad altro.
Cominciò a correre verso casa, verso quel rumore così terribile, pregando Dio che lo facesse arrivare in tempo, che gli facesse riabbracciare la compagna e che li salvasse.
Il rumore era ormai sopra di lui quando raggiunse la sua casa.
Prima di varcare la soglia, istintivamente alzò il capo e lo vide.
Vide il suo Dio.
Vide Colui che gli concedeva cibo in abbondanza, vide il Dio che gli irrigava i campi, Colui che adorava e ringraziava ogni volta che apriva gli occhi.
Vide la sua falce rovinargli addosso.
Poi fu il nulla.
L'uomo si guardò intorno.
Aveva fatto davvero un buon lavoro!
Il campo era ben arato e l'erba ben falciata!
Guardò la terra sotto di sé.
Vide l'erba tagliata e gli insetti che lui aveva schiacciato.
Un altro formicaio, pensò, l'ho sempre detto che non bisogna fare cadere le briciole in terra, guarda qui quante formiche vengono fuori!
Composto giovedì 10 ottobre 2002
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