B. Moon R.
Alta nel cielo e meravigliosamente splendente, ma potevo ammirarla, solo per un brevissimo istante.
Sopraggiungeva all'improvviso il dolore lancinante!
I legamenti si stiravano all'inverosimile, fitte allo stomaco come contrazioni, coliche infinite.
Un calore pari alla fiamma viva sulla pelle.
Nella bocca le gengive sanguinanti facevano spazio a zanne color avorio, mutandola in fauci fameliche.
Il corpo amorfo si ricopriva di folto pelo come in una fioritura primaverile quasi istantanea.
Dalle mani le unghie si strappavano all'indietro, mentre la carne pulsante lottava per non lasciarle, spinte da immondi artigli che fuoriuscivano lentamente da ciò che un tempo fui io,
i bulbi oculari perdevano tutto ciò che avevano di umano, lasciando spazio a gemme ambrate iniettate di rossa vita.
Dalla gola ora fuoriusciva un suono profondo e gutturale che cantava tutta la sua ode al plenilunio,
l'agonia era scomparsa insieme alla pietà, ai rimorsi, ai dubbi, alla banalità degli umani.
Dominava solo l'istinto primordiale.
L'olfatto mi inebriava insieme al desiderio di nutrimento.
Un'infinita ricerca di carne umana da fare a brandelli per assaporare la gioia incontrollabile del sangue.
Solo incrociando il suo sguardo avrei potuto porre fine alla mia voracità.
Solo un proiettile d'argento nel cuore avrebbe estirpato la mia maledizione.
Composto mercoledì 8 aprile 2009
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