Il Foglio Stanco
Stanco di subire parole senza senso, create appositamente per indurre attenzione ed interesse.
Il foglio stanco si rivolse all'autore e lo pregò di smettere, non aveva molto da dire, era solo stufo di non essere valorizzato, di essere usato, impropriamente e soprattutto di non trovare mai il conforto di una considerazione. Era sempre l'inzio di uno stato, il contenitore di lacrime o di sogni, di rabbia o di passioni, ma il suo stato qual era? Dove viveva e chi si curava di lui dopo la fine della pulsione o del lavoro che aveva richiesto la sua presenza?
Senza indugio ulteriore l'autore scrisse-ti amo foglio, perché in te riesco a trovare i miei vuoti, perché in te vivo quello che non esprimo, tu sei importante, sei il mio valore più alto, sei molte più cose di quelle che dico -
In un attimo il foglio riprese vigore, si riempì di parole e cominciò a prendere forma, il foglio stanco salì sempre più in alto, cominciò a formare una catena indivisibile, foglio, dopo foglio... scalò la sua montagna e raggiunse la cima, creando il suo panorama e attendendo, con pazienza, la visita di occhi nuovi e vogliosi di fare la sua conoscenza.
Composto martedì 30 novembre 2010
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