Parafrasando il plagio
Ho dedicato la vita cercando un metodo,
per fuggire alla faccia che ho stasera,
quella della paura.
Ho scandagliato le maniere del cuore,
per eludere il viso che ho stasera,
quello dei guai.
Mai trovati modi né maniere
per non soffrire il vedere dell'opportunismo.
Solo desolata miniera di fiducia.
Anche i cattivi in fondo sono vittime.
Oppure
i tuoi occhi felici
Il tuo corpo in fiore
annientano il mio triste buio.
Il tuo sorriso giocoso della sera
seducente, garbato regalo.
Quando Tu non ci sarai.
Che dite, carucci questi due pensierini?
Certo avessi impiegato un po' più di quindici minuti,
il risultato, forse, avrebbe potuto esser più meglio.
D'altronde la Bertè recita così:
a chi ha cercato la maniera
e non l'ha trovata mai
alla faccia che ho stasera
dedicato a chi ha paura
e a chi sta nei guai
dedicato ai cattivi
che poi così cattivi non sono mai.
Vero, avete ragione, bisognerebbe ambire di più,
avrei dovuto parafrasare ad esempio Oscar Wilde,
magari potrei vincere dei fiori per l'amante.
D'altronde Drupi recita così.
Regalami un sorriso
per i miei giorni tristi
per quando farà buio
e tu non ci sarai.
Regalami se puoi
i giochi della sera
i tuoi momenti in fiore
la tua felicità.
Per la verità, che verità non è,
in quanto illazioni,
emerge che "Personcine"
quali Follet o Grisham,
abbiano persone che scrivano per loro.
Fosse, la mia umile valutazione,
avrebbe toni morbidi.
Tutto un altro discorso.
Ma se fai l'impiegato/commesso/studende
e ludichi fra parole e pensieri,
che triste pena.
Che il motteggiare sia con voi.
Se trova lo spirito.
Composto lunedì 14 marzo 2011
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