L'orgoglio d'esser terroni
Non è il brullo della zolla che rende l'uomo terrone, né il volto riarso dal sole, in solchi segnato da stenti profondi.
Un popolo siamo, di barbarie segnato, dal vile Savoia beffato. Solo chi, col verbo ribelle, ha estinto la sete, dal libro infingardo ha distolto lo sguardo, cercando e capendo, il vero decorso, delle verità negate alle anime urlanti di soprusi brucianti.
Solo l'uomo col cuore ricolmo del borbonico ricordo, bramante del fasto perduto potrà sotto il segno borbone dirsi "terrone".
Attenti nordisti di verde dipinti a rinvangar estinte origini terrone. La terra è nel sangue, il moschetto, sulla spalla e i sogni, colmi ancora, dei tetri ricordi dei tenebrosi giorni del drappo vermiglio, spietato ed arcigno, sul volgo indifeso e di violenza offeso.
Attenti a voi a proclamarvi "terroni", il marchio è uno solo, il verbo è degli erranti solo chi nasce può dirsi "Brigante"
Composto domenica 5 agosto 2012
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