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...sacrifici da chi ne è dominato.
Non ci sono forse uomini che vanno a caccia di denaro, e del favore delle donne e di principi di maniera selvaggia e oltre ogni limite, fino alla rovina? Ecco così andiamo a caccia noi, noi patiti di viaggi, di ciò che si può prendere dalla madre terra, con il desiderio di essere tutt'uno con lei, possederla e abbandonarsi a lei, in una misura che non si può ottenere, ma solo sognare, desiderare, agognare.
E forse questa nostra caccia, questa passione non è niente di diverso e di migliore di quella del giocatore, dello speculatore, del dongiovanni, dell'arrivista.
Ma a questo punto della vita la nostra passione mi sembra migliore e più degna di tante altre.
Quando la terra ci chiama, quando a noi vagabondi giunge il richiamo del ritorno e per noi irrequieti si delinea il luogo del riposo, allora la fine non sarà un congedo, una timida resa, ma piuttosto un assaporare, grati e assetati, la più profonda delle esperienze. Siamo curiosi di conoscere il Sudamerica, le insenature inesplorate dei mari del sud, i poli della terra, il segreto dei venti, delle correnti, dei lampi, delle valanghe; ma ancora di più infinitamente curiosi siamo di conoscere la morte, l'ultima e più ardita esperienza di questo nostro essere sulla terra. Poiché crediamo di sapere che di tutte le cognizioni ed esperienze, possiamo essere ben meritate e soddisfacenti solo quelle a cui dedichiamo di buon grado la nostra vita.
Composto mercoledì 12 settembre 2012
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