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Quelle parole risuonano ridondanti nella tua mente, ne scandisci il suono, giri attorno al loro al significato, cerchi di dimenticarle. "Non possono provocare così tanto dolore" ti ripeti mentre porti una mano sopra lo stomaco.
Senti ancora con la stessa intensità il colpo che hai ricevuto, ma ricordi solo un paio di occhi lucidi dalla rabbia puntati contro il tuo corpo. Con un tocco leggero fai scorrere la mano fin sul petto, in corrispondenza del cuore invaso da fitte che ti fanno mancare il respiro. Ancora quelle parole. Un altro colpo. Sei costretto ad aprire gli occhi perché rivedi quel volto che invade il buio creato dalle palpebre chiuse, e le gambe si rifiutano di sostenerti, facendoti cadere sul letto ancora sfatto. Le avvicini al petto, cerchi di riportare il tepore che quella persona si è ripresa con la forza, ma le lacrime iniziano a scorrere copiose lungo le tue guance, l'aria fredda che entra dalla finestra ti provoca dei brividi sulla pelle e ti sembra di venir trafitta da una moltitudine di spilli. Ti abbandoni ai singhiozzi, ma provi a nasconderli dietro un cuscino, inutilmente. Si fanno più forti, stringi maggiormente il petto con la mano, le ginocchia ormai ... [segue »]
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