Ogni sera rimboccava le coperte a sua figlia, chiudeva bene le ante dell'armadio, controllava sotto il letto e, dandole un bacio sulla fronte, le sussurrava "Questo ti proteggerà da tutti i mostri, e sai perché? Perché l'amore tiene lontane tutte le paure", le accarezzava i capelli e la guardava chiudere gli occhi con aria serena.
Quando la piccola correva da lei con uno sguardo spaventato, le regalava un sorriso, la portava a sedere sulle proprie gambe e ascoltava con pazienza tutto quello che la bambina aveva da dire. Ricordava quanto fosse brutto non essere presi sul serio, l'aver paura di dire cosa si pensa perché si è sicuri di ricevere una risata in risposta, seppellire l'entusiasmo in un angolo del proprio cuore per il fatto che nessuno sarebbe stato disposto a seguire i tuoi ragionamenti. Non voleva che sua figlia avesse paura. Doveva imparare, sin dalla tenera età, a raccogliere le proprie idee ed esporle al mondo, a quel tempo rappresentato da mamma e papà. Doveva avere la certezza che qualcuno, là fuori, fosse pronta ad ascoltarla. Non doveva temere di sembrare ingenua perché, a conti fatti, nessuno nasce sapendo già come si fa a vivere. Le insegnava che al mondo esistono due tipi di persone: quelle che si nascondono sotto le coperte per evitare che i mostri possano fargli del male, e quelle che si mettono sedute sul letto e gli raccontano la propria giornata, dicendo loro che, se vogliono, possono raccontargli la propria, perché sarebbero stati ascoltati.
Composto mercoledì 14 novembre 2012
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