Non era certo iniziata bene la giornata, o meglio non aveva mai preso una piega migliore che potesse farmi sperare che almeno il nuovo anno migliorasse. Camminavo senza meta, mentre il vento freddo mi "feriva" la pelle, e stringevo con forza il giaccone nella vana speranza che potessi ripararmi dal freddo pungente. Le lacrime erano spilli che segnavano il mio viso. Tentai di aprire la bocca quasi per sfogare la rabbia che mi bruciava dentro, ma ne uscì solo un lieve tremore e rinunciai. E poi, a cosa serviva? A ben poco, ben certa che tanto tornando a casa non cambiava nulla. Stanca di dover affrontare le cose da sola, di dovermi quasi aggrappare alla mia stessa pelle e sanguinare solo per tenere duro e non mollare tutto. Vorrei chiudere quella dannata "porta" e dire addio e serrare gli occhi e finalmente spiccare il volo, sorridere, stare bene, sentire una gioia dentro che mi contagi e mi faccia sfiorare una dolce tranquillità. Eppure so che in qualche modo non giungerà mai. Temo che questa "oscurità" inghiottirà dolorosamente la mia vita e lascerà segni indelebili nella mia anima.
Composto sabato 5 gennaio 2013
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