Vedi questo foglio? Invece di scriverci, ho deciso di giocarci, lo piego, accartoccio più volte facendogli assumere le più svariate forme, può diventare qualsiasi cosa le mie mani hanno intenzione di mutare. Adesso è una barchetta, poi diventerà un cappello, è il mio passatempo in una sala d'aspetto di uno studio medico, è il foglio dove è segnato il mio turno, un passatempo divertente dal retrogusto sadico, un passatempo quando il tempo resta fermo. Mi sono stancata, ho deciso di non contorcerlo più, per oggi ha già dato, forse verrà anche gettato, provo comunque a stirarlo con le mani, prima che sia troppo tardi, prima che le sue pieghe possano dilatarsi e strapparsi. Nonostante io mi impegni, le mie mani non riescono a lisciarlo, quel foglio è stato, suo malgrado usato nel modo sbagliato, provo a stirarlo ma le sue pieghe, sono ormai indelebili. Forse posso capirlo, quando ti usano come un pezzo di carta, ti senti accartocciato e poi pretendono che ritorni come prima, come se niente fosse successo, pronto al riuso, ma ormai le pieghe sono indelebili, rimani segnato dalle mani sadiche, quelle che un giorno ti avevano preso ed amato. Adesso capisci? A volte mi sento come un foglio di carta, qualcuno gioca con me per divertirsi, perché si annoia, ma non pensa che "tirandomi, accartocciandomi, ripiegandomi" in quel modo, io mi possa sentir male, non pensa al male che il suo passatempo può provocare, poi forse si stancherà e quando avrà veramente bisogno di me io sarò ancora troppo accartocciata, troppo ripiegata per essere disponibile, le sue scuse, queste pieghe non possono cancellare.