Io non capisco gli sguardi, non capisco le parole, non capisco di arte moderna, ma neanche antica. Io non capisco di balli caraibici o di fotografia, non capisco di ingegneria, in qualsiasi sua forma. Non capisco di famiglia, di come ci si comporta, ma soprattutto di cosa è giusto o sbagliato. Non capisco d'italiano, inglese e francese. Non capisco di torte, pizze o cucina. Non capisco di problemi, veri o creati, non capisco di auto, navi, treni o aerei. Non capisco di tresette, poker, all in o fold. Non capisco di scarpe, vestiti o di tipi di persone. Non capisco di softair, di guerra finta o vera. Non capisco i morti, non capisco i vivi, che non si capiscono tra loro. Non capisco di pancia, di ciccia e di grasso o di palestra. Non capisco di mucche finte in posizioni strane, non capisco di minotauri. Non capisco di giochi, da tavola da letto o da in piedi. Ma soprattutto non capisco te, piccolo insetto che voli veloce verso la luce della mia lampada da tavolo, non ti capisco, perché voli e ti bruci, cadi a terra stordito, ma ti rialzi e rivoli verso il bollente calore. Non ti capisco perché insisti, costringendomi dunque a scrivere al buio. Io non capisco.
Composto sabato 2 marzo 2013
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