Non depredabile, terra di nessuno, roccia e calcare e crepe sottocute, porcellana fuori e toppe stropicciate dentro. Il punto medio tra le cose, semi e gramigna, vene e fili arrugginiti di bombe inesplose, disinnesco gli ingranaggi dei ricordi che mi tengono prigioniera dei tanti "è andata così", "se solo tornassi indietro". Nostalgica? Impaurita! Malizia smaliziata. Sono un gioco che irretisce ed inganna con i suoi profumi ed i ricci neri scomposti sulle spalle. Non bella, ma a piacermi, piaccio. Amabile e ad amarmi, arrivano ad odiarmi. Sono una dialettica spuria. Un'equazione. Un algoritmo complesso. Una stringa di numeri primi e soli. Un film di Truffault recitato con la mia inconfondibile erre moscia. Dna fatto da frequenze ed hertz per fare eco all'universo. Venere e Marte insieme che si fanno l'amore tra carri e gusci di conchiglia. Santa Inquisizione delle mie disfatte e dei miei sbagli, mi brucio dentro ai roghi delle mie eresie mentali e dei resti ne faccio reliquia da custodire e pregare, divinizzandomi su altari di sensi di colpa e pulpiti di vergogna ed espiazione. So amare. "
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