Con le mani incrociate dietro la schiena osservo ciò che la notte vuole mostrarmi, percepisco l'anzianità del gesto ed un po' me ne vergogno. Comprendo quanta superficialità guidi quelle poche auto per le strade, la città immersa nel suo silenzio interrotto dagli stolti, gioventù comprensibilmente incosciente che accetta di avere un comportamento inaccettabile. Sono ancora giovane e mi sento vecchio dentro, incolpo di ciò la mia consapevolezza che aumenta perché maggiore è il sapere e la coscienza del se, maggiore è la sensazione di sentirsi antiquato. O forse è solo l'espressione di un disagio, insopportabile in quanto reale, colonna portante di questa società che non accetta di essere guidata da coloro che definisce "vecchi" e che forse sono solo degli "angeli", rimasti sulla terra grazie alla speranza di chi non si vuole arrendere a questo mondo di merda.
Composto martedì 6 agosto 2013
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