Non racconto di una guerra che non ho combattuto, di un dolore che non conosco, di un sogno che non mi appartiene, di una favola a lieto fine. Ma di quello che vedo, che sento e che mi arriva attraversando la vita. Non ho verità, ma incertezze a volte piene di convinzioni sbagliate. Le mescolo e le ribalto in continuazione e continuo a guardare. Sono i miei occhi a guardare, le mie orecchie ad ascoltare, la mia anima a vibrare. Non ci sono "tempeste di verità" ma "tempeste di ghiaccio piene di perché", che cercano un luogo "certo" dove atterrare. Ma i luoghi "certi" non esistono, e il tempo che è "maestro" è come il vento: è in grado di farci cambiare direzione modificando pensieri e convinzioni, spostando le "piste di atterraggio". Ma io ho una mia certezza: i sogni devono esistere e avere il coraggio di osare, sempre, anche a costo d'inciampare in qualche nuvola di lacrime.
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