Lo specchio dell'anima. Dubbi e falsità su quello che ci appare
Viviamo sulla superficie della nostra esistenza, e non ci accorgiamo di quanto le prospettive e i modi dell'essere, vadano oltre al nostro orizzonte mentale. Non ci accorgiamo di come il modo nasconda l'effettivo, e di come l'apparire copra il reale di noi stessi. L'ultimo scopo a cui crediamo diventa il taroccare lo stato del mondo con illusioni e false ristampe di vecchie news incatrapecorite. Il reale nel frattempo scorre a fianco a noi, inosservato e insignificante, nascosto e distratto agli occhi dei più. Momenti che passano. Tichettii cosmologici che poco interessano all'uomo. Il sentiero si allontanava dalle pendici del monte. Lento e inesorabile il passo mi portava verso la pianura, mentre il primo vagito della luce mattutina prospettava una giornata insopportabile. Lentamente il rumore dell'universo si alzava, fino ad accecarmi con la sua inaudita intangibilità. Le ore lentamente svanivano dalle mie mani, e ormai, briciole di secondi, rimanevano sul tavolo dei ricordi, pronte ad essere raccolte e consumate. Il tavolo imbandito ormai non era più. Lasciando il posto a un campo arso e consumato dal sole. Settembre. Quasi mezzanotte. Le immagini del video raccontano la storia incomprensibile della gente comune. Rumori di sottofondo cercano di tenermi ancora nella vaga realtà. Il gatto che chiama, il saggio che si interroga sul senso della vita. Tu... devi darmi qualcosa? Devi darmi qualcosa? Quanta armonia e saggezza in quelle parole. Giorno, notte, mattino. Ormai il tempo non ha più senso ne significato. Sovrapponendosi confusamente e caoticamente nella pila di cartaccia raccolta nel tempo. Le solite news ingiallite e incartapecorite. Mah. Misteri della vita. Nemmeno io ho capito che caspita ho scritto.
Composto lunedì 26 settembre 2011
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