Le "mie" immagini, che ritornano da una voluta amnesia retrograda. Una pazienza lontana, che un privilegio non scontato ritiene di riconoscere ancora. Il domandarsi perché. Il bene. L'amore. Pure se tu, non sempre l'hai avvertito. Con ragionevolezza. Perché, spesso, sono io a non volermi bene e così tutto il mondo sbiadisce, che tutto è inquietudine senza me. Ma vorrei essere ancora abbracciato, per poter sfogare nuovamente, le mie lacrime. Quelle stesse che uscivano dai tuoi occhi cristallini. Il capire del tutto, è una dote ambiziosa. Quasi impossibile averla. Come l'essere assimilati. Un'amnesia retrograda. Che nella sua oscurità, mi ha donato nuovi sogni. Come quello di stare nuovamente vicino ai tuoi desideri. E di dimenticare tutto ciò che di male ci si è fatti. Non posso, non voglio sostituire il tuo ricordo, anzi ricordarlo di nuovi momenti, presenti. Come se il presente fosse il passato.
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