Perché io non so fare altro che affacciarmi alla vita senza tirar la testa. La testa va lasciata cadere nell'affaccio per sentire l'ossigeno del mondo come fosse acqua fresca di fiume che bagna a cascata. Perché io non so fare altro che raccogliere un petalo solo, forse un po' scolorito, e in quel petalo sbiadito ritrovo l'essenza del colore perché lascio correre il cuore e non lo fermo; il cuore mentre corre suda ed è in quel sudore la fragranza di quel petalo che è, comunque, una rosa. Perché io non so fare altro che affrettare l'emozione quando la saliva mi riempie la bocca, si, perché l'intensità dell'emozione - il nodo - è proprio in quella salivazione. Emozione. Perché io non so fare altro che sentire il sole quando mi stringe e lo sento come fosse luna perché m'acquieta nelle mie stelle. C'è il cielo che sta lì, mi guarda e io mi appiglio.
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