Il marionettista
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...di me! Non
posso privarmi di loro.
E se non esco è perché la fuori nessuno può darmi niente! Se non incertezza, paura e dubbio.
Ma qui no... qui sono io a muovere i fili!
E con queste parole ridiscese le scale che lo conducevano al suo "laboratorio".
La breve discussione con il padre lo aveva scosso, facendogli nuovamente notare la totale mancanza di
legami tra lui e gli altri.
Avrebbe avuto bisogno di stare con le sue marionette più del solito quel giorno.
Addormentatosi in tarda nottata, mentre cercava di finire la sua ultima creazione, la mattina seguente fu
svegliato di soprassalto da un insistente bussare.
Sapendo che il padre èra uscito salì le scale e si diresse per aprire la porta di casa, ancora una volta aveva
lasciato il suo mondo e già si sentiva soffocare, il contatto con un estraneo lo terrorizzava.
Si avvicinò lentamente alla porta, posò la mano sulla maniglia, dalla finestra passò un raggio di sole che gli
riscaldò il viso, èbbe un attimo di esitazione, poi lentamente aprì la porta.
: Buon giorno, posso entrare?
: si, accomodati.
Era una sua vecchia amica, una delle poche persone con cui si fosse trovato bene nonostante la differenza di
carattere e di pensiero,... [segue »]
Composto domenica 13 marzo 2005
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