Azzurro era il cielo, sembrava si perdesse nell'immenso del paesaggio. E quel prato infinito che andava a scontrarsi nella montagna, ombra d'un sole nascosto dietro quell'immenso e immobile gigante nella pianura. Qualche raggio spuntava da dietro, regalandomi la visione d'un brillare che era uno spettacolo per i miei occhi increduli e pieni d'ammirazione. Mentre il pensiero si perdeva, in quella sublime contemplazione, il tempo rubava ogni sorta di ricordo, e come un buco nero trascinava via tutto quanto. E spariva il paesaggio, e sparivi dalla mia mente. Ogni cosa perdeva d'un tratto il suo valore, il suo colore, solo il cielo rimaneva a far da sfondo a questa silenziosa tempesta. E una musica si muoveva nell'aria, come d'un pianoforte, portato alla vita da mani abili e passionali, portato poi alla morte dal turbinio di pensieri, quello che offusca la mente, Intorpidisce ogni senso, e ogni vuoto è l'immenso, che poi non c'è più.
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