Il sogno muore prima di noi. Ad ucciderlo sono gli altri. Quelli che arrivano dopo e non sanno cosa vuol dire costruirlo un gradino al giorno, con fatica. Il sogno è un cammino semplice e costante. Un passo dietro l'altro in un percorso accidentato. Si resta male quando si viene delusi. Quando qualcuno si arroga il diritto di gettarti nel fango e dare un calcio al tuo operato. In quel momento sale la rabbia. Voglia di urlare come ti permetti ma si sono già permessi. È arrivato lo tsunami a tradire la tua esistenza. In questo giorno diventi vecchio per forza e smetti di ridere. Il tradimento, è questo che si vuole urlare ma è troppo tardi! Ormai se cerchi di portare delle ragioni non sei più simpatico. Disturbi. Sei di troppo. Fa perfino ridere il tuo voler difendere ciò che ormai è perso. In uso ad altri. La vita comincia da qui, non per te ma per chi ha un sogno. Delle idee grandi come le tue e più delle tue. Ormai devi guardare altrove ed essere spettatore. Perché applaudire? Le mani diventano stanche e non sanno fare applausi gli occhi diventano quelli di un estraneo che guarda come si è spettatori felici di nuove conquiste prima tue. Non servi più e non vuoi ripetertelo intanto sei troppo stanco per iniziare un nuovo viaggio. Non vuoi più illuderti. Il fisico si stanca prima e diventi troppo serio per dire sorridendo: "c'è un posto per me in questa nicchia? Ci sono anch'io. Nessuno ti cerca. Il sipario si chiude nel silenzio della tua coscienza. Poi, la morte.
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