Non era questa la vita che sognavo. Anche se fin da ragazzina ho sempre avuto sogni semplici, roba che non ci sarebbe voluto poi tanto a realizzare. È che sono stata allevata con la litania del "bisogna accontentarsi", forse. Ecco perché i miei sogni sono sempre stati a misura concreta. Quello che non ho mai sognato sono stati principi azzurri e favole, forse perché avevo già chiaro fin da bambina che "il vissero per sempre felici e contenti" non era una cosa praticabile nella realtà. Se non si è felici nell'infanzia, figuriamoci dopo. Però in quei sentimenti fatti di rispetto, complicità e coerenza, mi sono sempre sforzata di crederci e di metterli in pratica. Mi sono sempre sforzata di far andare bene le cose. Salvo poi accorgermi ogni volta, che riuscivo a malapena a farle andare e che lo sforzo, in ogni caso, era solo mio. Mi sono intestardita, incaponita, nel tentare di far vivere un amore a misura di cuore. E forse è stato proprio questo il mio errore. Non comprendere prima che per quanti sforzi tu faccia, l'amore non porta altro amore. Che portare rispetto convince gli altri che tu in realtà sia debole. Essere coerenti ti fa additare come una moralista da chi in bilico tra dovere e piacere, sceglierà sempre e solo il secondo. Che se tu soffri la gente che hai accanto non si impietosisce ma anzi, colpisce ancora più forte. No, non era questa la vita che sognavo. E forse non è nemmeno l'epoca in cui avrei scelto di vivere.
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