"Aspetta un attimo. Gli ebrei devono aspettare un messia e non possono celebrare il Natale?" Dissi.
Improvvisamente l'ebraismo mi sembrava un cattivo affare. Perché noi dovevamo aspettare? Odiavo aspettare. Odiavo aspettare qualsiasi cosa. Riuscivo a malapena ad aspettare il venditore di gelati... diavolo, riuscivo a malapena ad aspettare l'autobus. E adesso dovevo aspettare un messia?
E tutto quello che avevamo era Chanukah. La Festa delle Luci. Che rottura. "Otto sere di regali": come se un candelabro e un'irritante canzone sul dreidel avessero potuto essere all'altezza di Santa Claus, gli alberi di Natale, i canti natalizi, la mattina di Natale e tutti gli appartamenti intorno a noi illuminati come bordelli!
"Scordatevelo" annunciai. "Natale è molto meglio di Chanukah. Io divento cristiana." Mia madre fece una risatina priva di allegria. "Non è così semplice" disse. "Ma a Dio non importa se decori un abete in soggiorno o se accendi candele. A Dio importa come tratti le altre persone, come tratti te stessa e come tratti il mondo. Questa è l'unica cosa che importa. Il resto, come si dice,
è solo aria fritta." Mi passò il piatto con il pollo. "Ma soprattutto, il tuo rapporto con Dio riguarda solo te" disse.
"Non permettere che qualcuno ti faccia credere il contrario."
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