Il Patio
Era un patio stupendo, con le sue colonnine, i suoi mosaici nei colori dell'azzurro, i mattoni a vista, le pareti color cielo intonate al mosaico e soprattutto le sue piante collocate sapientemente che davano un tocco di verde che armonizzava perfettamente con il resto dei colori.
Le uniche note stonate erano due sedie impettite di legno scuro intarsiato che parlavano tanto di convento e che spegnevano l'aria moresca dell'atmosfera resa ancor più calda dal pavimento di mattoncini rossi che seguiva il porticato. Il pavimento centrale, aperto alla luce del sole, era un arabesco di mosaico con volute di rami rosa e celeste.
C'erano gerani, felci, altre piante che, leggiadre, pendevano dagli archi formati dalle colonne del piccolo portico. Ti veniva voglia di fermarti, rilassarti in quel piccolo angolo, tutto ti chiamava a raccoglierti, ma non c'era niente di accogliente, non una poltroncina, una panca, un piccolo divano, solo quelle due piccole sedie di legno scuro intarsiato, impettite che sembrava dicessero "Guardaci, guardati attorno, ammira e poi vattene".
Mi venne da pensare che quel patio era come alcune persone, belle, eleganti, quasi accoglienti, ma che con lo sguardo o con la voce fredda ti respingono offrendoti la loro sedia di legno scuro intarsiato.
dal libro "La Non Margherita - Pennellate e Piccole Storie" di Filomena Di Fazio
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