Scritto da: Fabio Privitera

A per sempre

Stetti immobile ancora un po' appeso a quelle labbra. Un bacio di cui persi il tempo e che non volevo finisse, non voleva finire. Poi gli occhi si aprirono, unisoni come se qualcosa attraverso le nostre bocche li avesse guidati.
Tornò il tempo e si accese lo spazio. Con essi la mancanza e la distanza.
Con le mani nelle mani, tra le dita accompagnammo i nostri corpi, allontanandoci morbidamente e senza rimpianto da quell'abbraccio. Rallenty di due astronauti che girano in tondo nel balletto cosmico del mondo.
L'apnea si distese sul petto e tornai a respirare insieme a lei dopo quell'impeto. Ci guardammo ancora un poco, poi un altro bacio, un breve cerino acceso sulle nostre guance, finché si spense e con lui il giorno. Ci salutammo.
"A domani" disse lei, senza fretta addolcendo ogni sillaba.
"A domani", iniziai a pensare, frenando le parole nella gola, strozzandole prima che uscissero. Quel pensiero che domani fosse un tempo così vicino e ancora troppo lontano per riuscire a staccarci con questo semplice saluto, mi inquietò all'improvviso. Come se domani non dovesse arrivare mai e nello stesso tempo potesse essere l'ultimo domani per noi. Scavalcai il dubbio.
"A per sempre" infine pronunciai.
Composto venerdì 21 novembre 2014

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