Fantasmi del passato
A volte ci capita di ritornare in posti dove è trascorsa la nostra infanzia,
così veloce e fulminea che ancora oggi stento a ricordarne qualche episodio.
Eppure è tra i muri ormai consumati dal vento e levigati dall'acqua, che odo le grida di quand'ero bambino.
Odo le risate interminabili di chi si diverte davvero, di chi col cuore sa dare senza pensare a tante cose.
Odo le voci dei miei compagni, compagni veri, che hanno diviso con me una parte importante della loro vita.
Odo le scarpe, il loro scalpitio di chi non sa ancora camminare ma ha imparato in fretta a correre dietro ad un pallone.
Odo i calci datano alla terra quando ci preparavamo a tirare in porta.
Sento ancora nelle loro magliette l'odore del sapone che si mescola con l'aria della primavera, vedo nei loro occhi, limpidi come l'acqua di una sorgente, il mio sguardo attonito nel rivedersi e non riconoscersi.
Tutti ci guardavano dai balconi alti, e nei loro occhi vedevamo il tempo scorrere via senza mai fermarsi ne voltarsi indietro.
Odo le galline starnazzare per i rimbombi delle nostre voci che vibravano tra i muri di quel cortile.
Ora odo il silenzio di tanto chiasso.
Odo il vento soffiare nei buchi vuoti dove un tempo nascondevamo i nostri segreti.
Lì dove ho messo in gioco i miei sogni più belli.
Lì il tempo ha intrappolato in quei muri la nostra gioventù.
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