Una mosca agli occhi di noi esseri umani, risulta piccola come uno di quegli innumerevoli corpi celesti che brillano nell'immenso tappeto di buio pesto che è la notte; al tempo stesso è creatura dalle curve rotonde simile al contorno di una scura montagna invalicabile per esseri di gran lunga inferiori, addirittura considerati dalla stragrande maggioranza inesistenti, perché invisibili all'occhio umano. Essa muove freneticamente le zampe posteriori. Ora con la sinistra si accarezza il perimetro quasi ellissoide delle ali, ora con un movimento che sembra adattarsi alla fragile superficie, si alliscia e pulisce prima una, poi l'altra ala, passando da un estremo all'altro, su, e giù, ancora su e poi giù. Ritenendosi soddisfatta della pulizia di quella prima sezione passa al suo corpo formoso e, come un amante avvinghia le sue braccia intorno alla persona amata, essa, prima con una zampa poi con l'altra, si circonda i fianchi, e segue le linee curve della parte inferiore di sé, rimuovendo l'aria ricca di carbonio imprigionata tra il suo fine pelo.
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