Il gatto
Oggi pioviggina, mi sono incappucciata e sono andata a correre. A metà strada in lontananza vedo un altro incappucciato, accovacciato sul marciapiede. Mi sono avvicinata, era un ragazzo che dava da mangiare ad un gatto randagio. Lo accarezzava parlandogli in silenzio. Ho sorriso a lui, poi ho sorriso al gatto e anche loro mi hanno sorriso, ognuno alla loro maniera. Mi fermo. "È tuo?" E lui "No, ma lo conosco." "Posso accarezzarlo?" "Sì, ma piano sennò scappa." Lo guardo "Piacere Vera." Mi guarda "Piacere Massimo." Siamo stati a parlare per mezz'ora, mentre il gatto mangiava, come due amici affiatati, come due che si conoscono da sempre. "Va beh, ora vado." "Va be, vado anch'io." Quindi abbiamo proseguito ognuno per la sua strada. A dieci metri ci siamo voltati e ci siamo salutati con un cenno della mano. Lui con la freschezza del ragazzo che è, io con la freschezza della ragazza che ero. Il gatto ci ha guardati indeciso se seguire lui o me e alla fine ha deciso di restare là. Massimo mi strilla "Vera, se vuoi domani possiamo correre insieme, io vengo sempre a quest'ora." Io urlo "Grazie, Massimo, io non ho un orario fisso. Se capita..." Mi giro e procedo. Penso"Sì, Massimo, mi piacerebbe avere un amico come te, condividere il tuo tempo ordinato, le tue acerbe passioni, la tua tenera sensibilità. Respirare un po' d'aria pura nella mia nebbiosa vita... ma io avrò vent'anni più di te... peccato! Sarà per la prossima vita."
Composto venerdì 20 maggio 2016
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