Scritto da: Martina Boselli

Una cosa così


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...potesse uscirmi dal petto da un momento all'altro.
"Che ore sono? 22.07. Cazzo. Qual è il binario? Eccolo" - che culo! -
Continuai a correre tra i passeggeri.
"Dove è? Dove è finita? Cateeee, Caterinaaaa" urlavo come un pazzo, ricordo che qualcuno mi ha guardato anche male pensando forse che lo fossi davvero. "Cateeee! Caterinaaaaa" mi fermai a riprendere fiato e per capire quale fosse la direzione giusta, quando mi sentii toccare la spalla.
"Diego?"
Era lei. "Cate, grazie a Dio! Non sapevo dove cercarti. Ho dimenticato anche il telefono."
"Fa niente. Ma che ci fai tu qui?"
"Devo parlarti."
"Non abbiamo altro da dirci. È finita. Perché sei venuto?"
"Perché mio padre mi ha sempre detto che se voglio una cosa devo correre a prenderla. Ed io ho corso da casa mia alla stazione. Cate so che devi partire e che starai via per molto, ho una fottuta paura di essere lasciato, sono stato coglione a lasciarti io. Lo so, lo riconosco. Sono venuto qui per dirti che ti aspetto.
Parti, porta avanti i tuoi progetti, fai nuove conoscenze, ma torna da me appena possibile. Mi troverai qui, te lo prometto."
Mi sorrise, si avvicinò e mi diede un lungo bacio. Forse,... [segue »]

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