In treno verso lui
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...negli ultimi anni. Ecco, ecco perché ci stavo andando: perché mi dava tranquillità. Ho sempre fatto così ultimamente, ogni volta che ero triste gli scrivevo, mi dispiaceva tediarlo coi miei lamenti ma non potevo farne a meno. Ma ora sarebbe stato diverso, l'avrei avuto di fronte, non avrei potuto occultare la negatività col mio sarcasmo senza uno schermo a dividerci. Mi sentivo folle. Proprio in quel lampo di follia giorni prima presi i biglietti. Proprio per il bisogno che avevo di lui, la paura di perderlo rifece capolino. C'ero già passata e non volevo riaccadesse. Ma no, perché dovrebbe sparire!? Cercavo di farmi coraggio. Probabilmente è l'unico conosciuto in chat che non ho tentato di sedurre quindi lo scoglio di quel tipo d'imbarazzo non ci sarà (-1). Siamo amici (-2). Parliamo da anni senza difficoltà (-3). Ormai conosce pregi e difetti (-4). Oddio e se non lo riconoscessi!? Presi la nostra conversazione e aprii la sua foto cercando di memorizzare i lineamenti ma era più probabile mi riconoscesse lui. Il treno iniziò a fermarsi nelle varie stazioni. Il momento si avvicinava. L'idea di incontrarlo non mi metteva solo ansia ne ero anche alquanto euforica. Sorridevo, stringevo le labbra per non far vedere a chi mi stava intorno che lo stavo facendo, non è normale ridere da soli. Il treno si fermò all'ultima stazione prima della mia. Il cuore mi batteva, le mani mi tremavano, sorrisi non potevo più trattenermi, avevo gli occhi lucidi ne ero convinta. Gioia e paura mi travolgevano. E finalmente la mia fermata.
Composto sabato 4 marzo 2017
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