Il Viale
Il viale, scavalcava i platani e proseguiva dritto.
Decine di alberi si abbracciavano attraverso rami intrecciati di cupe ombre.
In terra, migliaia di foglie secche si distribuivano ad arricchire il marrone dei lati.
Una agave, con più di mezzo secolo di vita, sfoderava le sue spade affilate verso il cielo.
Oleandri alti come secondi piani di palazzi, tingevano di rosa e bianco gli spazi aperti, lasciando intravedere rettangoli di cortile.
Una siepe di alloro, dell'altezza di un metro, lunga decine di metri, odorava di ricordi di mele cotte.
Il susseguirsi di veloci passi avanzava come un commiato... lasciando alle spalle il buio dei lampioni rotti.
Il cortile di casa mia...
Il rientro dalle serate, dopo aver rubato i tramonti a Roma, i suoi vicoli, i suoi ponti, il suo caos, la sua magnificenza.
Ecco... nel rientro... l'abbraccio del silenzio, l'avvicinarsi del tepore familiare... dei sogni distrutti e
degli altri, nuovi... da costruire.
Che cantiere, la vita!
È una fortuna, conservare la memoria.
Di un pino altissimo, radicato da sessant'anni... resta un ceppo, ancorato nel terreno. Si possono contare gli anelli... e con loro la sua storia vissuta, le sue stagioni... ricche e aride.
Ho raccolto una pigna, di quell'albero abbattuto... l'ho adagiata tra la frutta di stagione, la osservo con tenerezza... come sono difficili a morire, i ricordi!
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