La scala e i suoi gradini
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...madido di sudore.
Non ce la farà mai.
Crollato. È gia crollato.
Ahahah.
Non fossi di legno gli farei uno sgambetto e lo farei piombare sul pavimento di cotto della cucina.
Povero bambino. (Era un gradino femmina).
Ma quei gradini sembravano serpenti, avevano la testa alta e lo guardavano immobili, in attesa di colpire il polpaccio.
Bernardo si guardò indietro e si rese conto che era quasi a metà strada.
Non poteva certamente tornare indietro.
Gli venne spontaneo aprire la bocca ed urlare loro, ma non ne uscì un suono.
Era pressoché terrorizzato, pensò al gatto sul divano e l'invidiò.
Poi però rivide in fondo al tunnel la cocorita gialla, respirò profondamente e ricambiò piede.
Fece un altro paio di balzelli.
I gradini legnosi, rigidi e spocchiosi, accolsero il calzino antiscivolo quasi prostrandosi al passaggio.
Fu allora che Bernardo ebbe un sussulto di dignità, un rigurgito di fierezza.
Gridò con tutto il fiato che aveva in gola: Sto arrivando, smettetela di ridere, esseri fermi.
Aveva fatto diciotto scalini.
Si voltò indietro ed avvertì una sensazione anomala all'inguine, una sorta di vertigine.
Avrebbe voluto asciugarsi il sudore, pensò al babbo che tra un po' l'avrebbe applaudito, ricambiò piede.
L'antiscivolo è una ... [segue »]
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