Micromachin...
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...avrebbe voluto prenderla a calci e lasciarvi magari un segno per dire a quella stupida: Hei ci sono!
Ma era meglio suonare! Suonare? Sì... restare lì... perché quella sentisse e si degnasse di aprire. Si domandava spesso perché il Doc non l'avesse già sbattutta fuori. Le cose vecchie quando sono vecchie non servono più. Eccola lì... con quella sua aria candida, i capelli bianchi, le erano diventati bianchi tutto d'un colpo o almeno così gli sembrava. E lui la odiava. Sì odiava la compassione che le leggeva negli occhi. Sapeva, sapeva... cosa diavolo sapeva?
- Il Dottore non c'è, è andato via...
- e chi se ne frega, non sono mica venuto a cercarlo, devo solo prendere un cosa che ho lasciato qui...
Cosa avrebbe mai potuto lasciare, non metteva mai piede lì?
Entrò nello studio con quegli occhi sempre puntati addosso. Aprì i cassetti ad uno ad uno. Chi sà se c'era ancora... Sì eccola... la sua micromachin!
Ecco cosa cercavo! Che diavolo hai da guardare? Sì sono venuto di corsa per prendere questa merda di macchina ne avevo bisogno, sì ne avevo bisogno non sai quanto...
Chiuditi pure porta! Quello che cercavo ormai ce l'ho. Meglio prendere l'ascensore per una volta, almeno non avrebbe sporcato quelle sudice scale.
L'aria ora era più fredda, non più umida, ma ghiacciata e a lui piaceva.
Tornare a casa? A che fare? Certo aveva la lezione di storia da studiare, quella stronza l'avrebbe sicuramente interrogato. Era come se gli leggesse in faccia "oggi non so niente".
Ma adesso non ne aveva voglia, si sentiva stanco e poi gli era tornato quello stupido dolore al braccio, meglio andare in centro...
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