Il parco della vita
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...invece poteva godersi il panorama primaverile di una città favolosa. Amavo i parchi, simboli di una primavera rinata, amavo il loro aroma e l'essenza di una vita vissuta, amavo la gente che l'abitava e quella che invece non ci aveva mai messo piede. Amavo ammirare il tramonto ai piedi di un fiume che, lentamente, scorreva alla ricerca di una meta, e amavo la vita lì dentro, ogni animale impazzito, ogni farfalla volante, ogni tappeto verde su cui rilassarsi e ogni sottofondo che esso provocava. Amavo persino i ciottoli vittime di calci infantili, e quei percorsi obliqui che sembravano tanto la mia vita, e le foglie ingiallite per un Sole cocente, le risate di adolescenti felici e anche i pianti di madri disperate, amavo le pozzanghere prosciugate e le nuvole spruzzate in un cielo in solitudine. Amavo chi, con la musica nelle orecchie, rifletteva su di sé e chi, invece, scherzava in ogni secondo. E amavo il clima mite che c'era quel giorno, in quella primavera sbocciata come un fiore, come un'alba rinata, come l'arrivo di settembre dopo una calda estate, come l'inizio della scuola, come la propria nascita. Amavo la gente che correva di prima mattina, e il sole ricopriva ... [segue »]
Composto sabato 24 marzo 2012
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