Una coltre di nebbia scura
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...ogni anno, i ventisette sciagurati escono dalle loro tombe per andare in processione alla casa di Leika.
"Sono solo sciocchezze, dicerie di paese, leggende metropolitane" Valerio sorrise.
Quando si ricordò che il giorno prima era giovedì 20 febbraio, un brivido freddo corse lungo la sua schiena e l'espressione del suo volto mutò.
Dalla boscaglia apparve una lunga fila di lumini accesi. Si udivano sussurri, mormorii, insistenti calpestii, una nenia funebre e l'eco di una voce cavernosa. La processione era quasi giunta alla casa di Leika, quando cambiò direzione. Valerio la vide dirigersi verso di lui. Più si avvicinava, più il cuore batteva all'impazzata. Il suo volto era contorto in una smorfia agghiacciante, voleva gridare, scappare, ma il terrore lo paralizzava. Quando la processione stava per raggiungerlo lanciò un grido terrificante.
"Cosa ti è preso, tesoro?" Disse sua moglie soffocando uno sbadiglio.
"Che ore sono?" Domandò Valerio con la faccia stravolta, ansimante, in un bagno di sudore.
"Le due e trenta."
Valerio si tastò la faccia e quando si rese conto di aver solo sognato si abbandonò con un sospiro sulla spalliera e mormorò: "Ma allora la nebbia, Leika, la processione..."
"Dormi, dormi, che fra poco dobbiamo andare in banca a rinnovare il mutuo." Sua moglie si girò su un fianco e riprese a dormire.
Composto martedì 3 giugno 2014
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